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Buongiorno / Buonasera a tutti,
finale d’anno con appuntamenti importanti. Cercherò come sempre di affrontarli con il massimo impegno, dopodiché mi prenderò una pausa per preparare il 2012 e i prossimi Quaderni Analphabetici a tempo pieno.
Come sempre andiamo per ordine. Prima di tutto vorrei ringraziare pubblicamente il Museo Microcollection che ha accettato la donazione di micro frammenti che ho fatto insieme ad altri amici artisti. Nel mio caso daremo vita anche a una “semina d’arte”, un progetto che ritengo molto profondo e interessante. Sono anche felice di annunciare che tale museo, avrà un intervento nel secondo quaderno analphabetico dedicato ai dipinti dalle origini fino al 2004. Fidatevi, vale la pena approfondire la filosofia di questo museo, potete visitare il sito CLICCANDO QUI.
Detto questo vorrei rendervi partecepi del fatto che sospenderò prima di fine anno anche gli account di facebook, per vari motivi che vi racconterò in seguito. Alla luce di questo ho dato vita a un restayling del circuito Analphabetic Art Territory. Ma anche di questo ne parleremo più avanti nel prossimo articolo.
Oggi invece quello che mi preme dire di novità, è che nel negozio etsy e nell’account di ebay, sono state inserite tante nuove opere (con l’aggiornamento di quotazione dei lavori).
Cambiano alcune regole, da oggi:
Chi si è iscritto o si iscriverà alla newsletter del sito avrà diritto al 30% di sconto sul totale acquistato e le spese di spedizione gratis…e avrà diritto anche ad altre sorprese, che per adesso, sono allo studio…
ASTE_ON-LINE. Fra ebay e etsy ho inserito circa 65 opere d’arte realizzate nell’arco di tutto quest’anno, questo per dare un bel colpo d’occhio e possibilità di ampia scelta. Le opere sono molte, e qui di seguito adesso, ve ne presenterò solo alcune, quindi non perdete l’occasione di visitare il link ai negozi che trovate sotto le foto.
filippo biagioli analphabetic art tecnica mista su carta. Misura 50×67 cm e si trova nel negozio di Etsy. CLICCA QUI PER VEDERLA
filippo biagioli analphabetic art tecnica mista su carta. Misura 25×17,5 cm e l’ho inserita su Ebay. CLICCA QUI PER VEDERE LE ASTE PRESENTI.
filippo biagioli analphabetic art primitive ancestral doll bambola analphabetica. E’ la prima bambola feticcio che metto in vendita. A tutti gli effetti per me è una bambola “viva” e “spirituale”. NON E’ UN GIOCATTOLO. E’ un’opera d’arte rituale. Ne ho altre 2, le adoro, mi fanno compagnia, mi aiutano a combattere la vergogna, e sono fra le opere più Sacre che produco. L’ho inserito sul negozio Etsy, POTETE APPROFONDIRE L’OPERA CLICCANDO QUI.
tecla la favola del male carbografia filippo biagioli andrea mattiello. In vendita su Etsy c’è il volume di Tecla, unito a una carbografia di dimensioni più grandi rispetto a quella originale del libro. Sono 5 soggetti in tutto, ed sono tirati in 9 esemplari. POTETE APPROFONDIRE L’OPERA CLICCANDO QUI.
tecla la favola del male cavallo filippo biagioli andrea mattiello carbografia. Altro tipo di carbografia su Tecla, presentata in negozio, sempre tirata in 9 esemplari. POTETE APPROFONDIRE L’OPERA CLICCANDO QUI.
criba volume fumetto più carbografia criba barbagiann filippo biagioli. Volume di Criba la Notte Kan’d’Ema più carbografia dedicata a Criba e Barbagiann. Anche in questo caso sono disponibili 5 soggetti, e la loro tiratura è di 13 esemplari. POTETE APPROFONDIRE L’OPERA CLICCANDO QUI.
filippo biagioli fetish figure figura feticcio analphabetic art. Alto 47,5 cm, il feticcio rituale sopra in foto presenta chiodi, cemento, terra, catene, occhi in ceramica e lana degli anni 1950 circa. E’ sicuramente un oggetto unico e POTETE APPROFONDIRE L’OPERA CLICCANDO QUI.
MOSTRA_A TORTONA presso la 11 Dreams Art Gallery, inauguriamo il 10 dicembre 2011 e terminerà il 23 dicembre. Presenteremo io e Andrea Mattiello una mostra tutta dedicata alla presentazione di Tecla (quindi una fusione tra il suo modo di disegnare e il mio modo di dipingere). Saranno esposti 10 acquerelli su carta cotone della misura di 40×30, inseriti in cornici barocche simil ‘600. Inoltre troveranno spazio anche le carbografia, e un ovale nella vetrina della galleria. Miglior modo per presentare la mostra è quella di lasciarvi alla lettura del comunicato stampa della galleria:
TECLA, LA FAVOLA DEL MALE
Tavola dopo tavola la storia e la pittura scorrono, in questa nuova opera di Filippo Biagioli e Andrea Mattiello, sotto il segno della maturità di stile e di un’evoluzione pienamente compiuta del loro lavoro e della loro instancabile ricerca e innovazione, nei temi e nel modo di rappresentarli. Oggi con una collaborazione felice e una totale intesa, frutto di un incontro a quattro mani, fra i due artisti, diventato ormai necessario e inevitabile in un percorso che da tempo li accomuna e non solo in sede espositiva. La graphic novel, la cui protagonista è una bambina di nome Tecla, appassiona e coinvolge; le tavole-inquadrature, a volte prettamente cinematografiche – e lo si vede appieno nell’epilogo della storia di Tecla, la Favola del Male –, hanno inizio, graficamente, con una fitta pioggia (che qui è immagine di un sentimento malinconico e allo stesso tempo compagnia che allevia lo stato di tristezza e solitudine di Tecla), resa con quel “tanto poco” che dà moltissimo: tratti verticali di pastello nero su fondo acquarello grigio azzurro con lievi sfumature crepuscolari. Tutto il resto viene dopo, spalancando quest’acquatico sipario di pizzicate e granulari tracce; Rain and tears, Quelli che restano e ciò che la musica e la pittura possono sollecitare. Dai graffiti in poi viviamo dentro un enorme mosaico-puzzle di forme, colori, segni, parole, suoni con le tessere interdipendenti fra loro comunicanti. Boccioni, è vero, in un quadro, opposto ai dettami futuristi, che è lentezza e riflessione, con quelle figure fatte di tratti in mezzo ai tratti, la cui arrendevolezza, all’insegna del totale disarmo, avanza lentamente insieme a loro, curve sotto il peso di una solitudine che opprime al di là di ogni sopportazione.
Nelle due pagine che seguono Biagioli e Mattiello ci presentano due cinematografiche inquadrature ravvicinate: nella prima, un rospo verde (principe e diavolo, critico e storico dell’arte dai poteri taumaturgici su colori e forme) magrittianamente pensa ai tratti di pastello come segni e disegni e non solo come illusiva pioggia (pur potendone evocare i poteri rasserenanti e consolatori), quindi, sulla rinnovata autostima provocata in Tecla, diventa spinta vitale alla sua salvezza dall’inedia; e da lì si dipana la storia. Nella seconda, le delicatissime mani di Tecla circondano, in un abbraccio affettuoso, il rospetto che è il suo unico amico e che, portandole – attraverso un foro nel muro che comunica con l’esterno – a più riprese rametti e foglie, fa sì che con questi strumenti e con le carte già in suo possesso possa evocare la formula magica che le permetterà, essendo diventata invisibile, di evadere dalla tetra prigione nella quale l’aveva rinchiusa il Priore Nunzio Edoardo.
Solve et Coagula, formula alchemica per antonomasia di dissoluzione e ricomposizione, sta scritto sopra la porta dietro la quale “vive” Tecla caricata dell’incomprensibile punizione che le è stata inferta, e Violetta de’ Gigli, che prima di lei vi era stata segregata – rinchiusa fino alla morte in questo tristo luogo sito nei sotterranei di una chiesa – e dal cui spirito Tecla riceve i magici poteri di cui farà uso, con grande padronanza e freddezza, al momento opportuno.
Le mani degli artisti s’intersecano nella realizzazione dei dipinti e poi del libro, sceneggiatura di Biagioli, matite di Mattiello, inchiostri e colori di Biagioli. Una particolare attenzione viene da loro riservata all’impianto prospettico delle mani (in alcune opere, queste, hanno una dimensione monumentale), trattate con morbidezza come mani che possono dolcemente carezzare oppure surdimensionandole e caricandole di energia come mani che col disegno e la pittura possono efficacemente colpire in modo preciso, quasi da scientifico strumento di guerra, qualsiasi obiettivo. Le mani come armi (anche quelle degli artisti possono esserlo), prolungamento e materializzazione di un pensiero punitivo e devastante. I richiami alla storia dell’arte vengono inseriti da Biagioli e Mattiello al fine di allargare gli orizzonti stilistici, temporali e tecnici, della storia di Tecla; vanno dal cinema alla pittura, ed è il caso de La conversione di Saulo del Caravaggio nella tavola col Priore disteso a terra e poi calpestato dal suo stesso cavallo. L’epilogo si concretizza in una violenza distruttiva che non è possibile arrestare, una carica emotiva che investe tutto e tutti tranne i morti e i giusti, con le immagini divorate, in silenzio, dal fuoco creativo e dalla vendetta che richiamano alla mente gli occhi glaciali – e increduli di fronte alle proprie spaventose facoltà – di Carrie. Ma, mentre nel film di Brian De Palma, tratto dal libro di Stephen King, la violenza è palpabile e gli spasmi assordanti di chi violentemente perisce scorrono a fiotti dai fori della pellicola che vorticosamente gira, nelle tavole di Biagioli e Mattiello l’inarginabile furore, che si ferma solo nell’esplosione della catarsi finale, non è urlato, bensì privo di voce. E, come Bacon dissolve il dolore delle terribili distorsioni di ossa e muscoli nelle trasparenti tende e velature che circondano le figure o negli sfregazzi d’incrostate coste di velluto tampone trasferendo tutto nella dimensione estetica della pittura, così, nelle tavole dei due artisti toscani, l’incontenibile violenza si diluisce nella poesia di quel segno volutamente tremulo che nuota leggero nelle delicatissime e acquose stesure dai colori tersi e brillanti.
Lo zoom finale, nell’ultima tavola, è forse il primo passo che porterà Tecla, la Favola del Male ad avere uno sviluppo in una possibile animazione?
11DREAMS
Questo è tutto per adesso, ci sentiamo prossimamente con le foto di Tortona…e gli aggiornamento sul circuito web dell’Analphabetic Art Territory.
Un grande saluto.