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filippo biagioli criba la notte kan'd'ema la sofferenza di sale analphabetic art
filippo biagioli criba la notte kan'd'ema la sofferenza di sale analphabetic art

filippo biagioli criba la notte kan’d’ema la sofferenza di sale analphabetic art.
Buongiorno a tutti,
articolo un pò particolare quello di oggi sul blog. Trovo però, che sia interessante approfondire certi aspetti, cosicché si possa far luce più in profondità sul proprio lavoro. Questo blog, ottiene circa 700/800 visite il giorno (ormai il materiale sopra è anche molto) e spesso dai motori di ricerca vedo entrare persone cercando chiavi di ricerca inerenti al famoso (motto o formula) “Solve et Coagula”. Ed arrivano sulla pagina in cui tempo addietro presentai una mia stoffa rituale con lo stesso titolo, attinente allo stesso significato. Ne descrissi velocemente il “mio” intendere. Oggi, visto che questo argomento sembra interessare molto, mi faceva piacere approfondire in maniera più particolareggiata l’argomento.

SOLVE ET COAGULA. Partiamo subito da una doverosa precisazione: oggi con l’era internet, l’era televisiva, l’era dell’avvento tecnologico presentato a folle velocità, stiamo affontanto sempre più una tecnologia che ci regala l’illusione di “condividere” ed essere sempre in contatto, o essere parte di “qualcosa” di più grande e bello, (tipo una compagnia di amici). In realtà se ci guardiamo in torno, scopriamo appunto che questa è l’illusiaone. La realtà è che invece ci riduce soli e solitari davanti a uno schermo. Ed è queto uno dei più grandi inganni di oggi. Questo porta involontariamente e incosciamente a riversare per esempio sui social network tutte quelle frustrazioni, debolezze, fobie che noi abbiamo; in cerca di qualcuno che le comprenda e le condivida con noi. Quel qualcuno che ci avvicina, ci clicca “mi piace” sui social network, ci risponde, ci fa stare bene sul momento, ma che ci regala calore effimero perchè il problema che ci portiamo dentro, non certo svanisce scrivendo una frase su internet. Allora come sui social network, forum, chat, gruppi e in qualsiasi altro posto di discussione si possono trovare sempre persone che comunque si nutrono della presenza degli altri e tendono a dare ai loro scritti la forma di parole d’oro intoccabili, verità assolute, dogma di un dio superiore. E’ curioso e fonadamentale per entrare nella natura umana di certi individui, pensare a come due persone che enunciano la stessa medesima teoria; troveranno qualche appiglio nelle frasi dell’altro per riuscire a dimostrare che la verità assoluta è la LORO. Perchè c’è questo narcisismo, presunzione, frustrazione di dover necessariamente far vedere che io valgo, io sono il migliore, io sono superiore al mondo…o semplicemente (diciamoci la verità) io ho paura, ho paura di vivere, ho paura di morire, ho paura di restare solo. Allora tante volte, la soluzione più semplice che inventarsi mille stratagemmi per sembrare dio, è quella di guardare qualcuno, dir lui di cosa si ha paura e far svanire tutto condividendo un sorriso… ma purtroppo spesso molti non esprimono ciò che realmente provano perchè, sembra impossibile, ma non riescono a battere la vergogna di dire qualcosa di bello, di dolce, o la tranquilla verità (in molti casi anch’io).
Detto tutto questo perchè è per me fondamentale confermare che il mio pensiero relativo al “Solve et Coagula”, come tutta la mia arte analphabetica (e rituale) sia frutto di una quotidianità che vivo relativa al mio luogo, cultura, spiritualità. Questo significa che non è una verità assoluta, non sono parole dettate dal cielo. Sono solo il mio “maturato” con il tempo, punto di vista e se qualcuno ha qualcosa da dire, io come sempre, l’ascolto e solo dopo ne traggo le mie opinioni. E’ solo uno sguardo sull’argomento visto da un’altra posizione.

Scrivevo nel precendente articolo dove presentavo la stoffa: motto (per alcuni) o formula (per altri) del “SOLVE ET COAGULA”. Motto o formula degli Alchimisti che tentavano di trasformare i metalli in oro. Ed anche (motto o formula) per ricercare l’Immortalità. Nell’arco degli anni sono stati associati i più svariati significati. C’è chi racconta anche che sognavano la salvezza dell’Anima tramite la Conoscenza totale degli Argomenti. Mi piace ricordare come alcune volte si legge che i colori Sacri all’Alchimia sembrano essere il bianco, rosso e nero (motivo per cui Hitler (sembra) li fece usare per creare il logo nazista della svastica rovesciata) stravolgendo il simbolo di positività e vitalità che ha il Simbolo Sacro della Svastica nella giusta direzione. In altri casi però, si può leggere che i colori Sacri all’Alchimia siano verde e oro. Tutto questo fa capire come certi testi, certe leggende, certe verità, possono essere stravolte o involontariamente modificate nella fase di scrittura o racconto. A noi però è giunta Solve et Coagula. Stessa frase in alcuni tipi di tarocchi è tatuata sulle braccia della carta numero 15, il Diavolo. Essa nel suo significato positivo è associata al denaro, a successi economici, a ottime esperienze sessuali, ottime capacità contrattuali, ovvero a tante che cose ritenute importanti nell’ambito materiale. Qui, specifico che “essere materiale” e “essere spirituale” sono l’insieme dell’Uomo. Non sono ne malefiche e ne benefiche. Sono l’Uomo con i sui istinti animaleschi e la sua razionalità, con il suo bisogno e voglia di credere in qualcosa e la sua voglia di conoscere. Quindi dovremmo imparare per star bene con noi stessi a conoscere la nostra parte materiale e spirituale e a comprenderla senza aver paura. Altrimenti vediamo quel che oggi succede…una folle corse al materialismo perchè ormai quella parte ha preso il sopravvento sull’altra. Solve et Coagula quindi appare anche nella vita di tutti giorni con la sua traduzione di “Azzera e Rinasci”, “Distruggi e Rigenera”. Ed è qui che io credo fortemente che gli Alchimisti siano riusciti davvero a trovare la loro “Pietra Filosofale”, il loro fulcro di potere, la loro vera ricetta di vita per essere immortali. una ricetta che io vado inserendo nella mia arte da anni, e in tutto quello che faccio. e che potete fare anche voi. Credo che la loro Immortalità dell’Anima derivi dalla capacità di adattamento alla “vita”. Il riuscire a dissolvere, disintegrare (Solve) gli aspetti negativi della situazioni o i sentimenti, emozioni che ci fanno star male e (Et, come potente legante di formula indissolubile) ricostruire, rigenerare (Coagula) la parte distrutta con nuova vita. Prendiamo un esempio di tutti i giorni…Io sono il fidanzato che si è lasciato. Non importa se sono stato insieme pochi mesi, pochi anni o molti di più. Importa che comunque proverò emozioni, soffrirò. La reazione cambia giustamente da persona a persona, ma delle emozioni le proverò. Adesso la mia Anima soffre e anche il soffrire fa “crescere”. Ma in realtà (senza dover quantificare le emozioni, che è una cosa bruttissima), quanto io soffro perchè AMO la persona che mi ha abbandonato e quanto nel mio calderone dello “star male” c’è RABBIA (perchè mi è cambiata una situazione di vita in un attimo), IMPOTENZA (perchè non ho potuto farci nulla), INSICUREZZA (perchè pensavo di conoscere la mia fidanzata), ORGOGLIO (perchè io son troppo superiore per essere lasciato), PREGIUDIZIO (perchè lei non troverà più mai nessuno come me) COMMISERAZIONE (oh mio dio mi ha lasciato non troverò più nessuno!! Nessuno mi amerà più!!) VITTIMISMO (Poverino io…son tanto sfortunato…)? Alla fine stiamo male per molte cose che son state create da NOI in relazione a una situazione, e non dalla situazione stessa, che magari spogliata di tutte queste sovrastrutture (Solve) che ci creiamo noi, non è poi magari così tragica come siamo arrivati a dipingerla…(e ve lo dico io che riesco a creare dei film mentali che mi facevano star male. Solo da pochi mesi son riuscito a interromperli ed a usarli per star bene (Et Coagula).
Esempio nel lato materiale:

Tavolo decorato sdrucciolevole in salotto. Sopra c’è una brocca.
La brocca cade e si rompe. Tu la rincolli.
Lei cade di nuovo. Tu la rincolli.
Scivola, cade. Tu la rincolli.
Cade. Tu la rincolli.
Cade di nuovo. I pezzi non stanno più insieme.

Quindi prendi i pezzi, li distruggi definitivamente e crei o compri una nuova brocca adatta al tuo tavolino. Risolvendo la situazione.

Piccola nota finale: Per arrivare a vivere quello che io sento come “Solve et Coagula” è passato molto tempo e il percorso è stato lungo e durissimo. Ed è il motivo per cui ho disegnato e disegno Criba. Perchè spessissimo cambiare di una virgola il proprio modo mentale di agire è più difficile che spostare una montagna.

Come mi è stato chiesto qualche volta in privato per altri articoli, SI, potete usare liberamente questo articolo citandone la fonte. Grazie. 🙂

MOSTRE. Il 22 Marzo sembra inaugurerà la mia Personale a Genova a Palazzo Imperiale (Piano Nobile). Saranno le mie opere insieme a opere del museo di Arte Africana. Inoltre è confermata la personale a Tokyo presso Nroom Artspace nel mese di aprile.

Grazie a tutti
un abbraccio!!







3 commenti su “Solve et Coagula”
  1. grande Filippo!
    bell’articolo, profondo, sentito, vero!
    e lo condivido pure.
    ciao e stai bene

  2. Buongiorno Luigi, ti ringrazio moltissimo. mi fa piacere sentirti, e sapere che sei intervenuto sull’articolo. soprattutto tu, che hai l’arte nel cuore. buon lavoro 🙂

I commenti sono chiusi.