• Mar. Nov 26th, 2024

Ziqquratu dalla Terra Santa, opera di Filippo Biagioli

La guerra è intorno a noi, che sia fisica, sociale, economica, c’è; come tale pesa sulle nostre vite. Non credo ci sia stato un periodo storico che abbia potuto vantare un mondo totalmente in pace, un’assenza quasi utopica, di qualsiasi tipo di conflitto. Ho avuto modo di leggere in un libro che riguardava le architetture delle città intorno all’anno mille, che addirittura quando un esercito arrivava nei pressi degli insediamenti; il signorotto del paese consegnava case e cittadini all’invasore in cambio di aver salva la vita. Una sorta di “guerra bianca” che non produceva morti e sangue, ma schiavitù. Non è quindi una novità che le persone siano usate come “carne da macello” in ogni epoca, per andare a sanare, mantenere o costruire interessi politici e economici. Dopo tanti anni di letture, sono convinto che questa parte ”oscura, violenta e difficile” che l’uomo si porta dentro sia il frutto di un meccanismo evolutivo per contenere certi equilibri naturali. Io, quando ho visto quei legni abbandonati, con quelle forme geometriche così ben definite, ho pensato subito alla Terra Santa e alla guerra che si perpetua da secoli. Quello che oggi stiamo vivendo, non è altro che l’ultimo frutto di tutto uno scontro che è molto difficile da comprendere se non sei nato in quei luoghi. L’occidente, con i suoi media, prova a spiegarlo, a farlo comprendere in maniera chiara e semplice, anche se spesso involontariamente (o volontariamente) crea più confusione che mai. Si, la guerra è figlia di odio, interessi, politica; ma come può la Terra di D*o essere calpestata, stuprata e sbeffeggiata in quel modo? Un amico della comunità Musulmana mi disse una cosa molto saggia: “Non sono le religioni a farsi la guerra, sono gli uomini con la scusa delle religioni, a farla” Aveva e ha, ragione. Per questo, ho raccolto quei legni abbandonati e ne ho creato uno Ziqquratu. Volevo rendere visivo il mio desiderio di un abbraccio virtuale che cingesse l’intero mondo e rendesse le persone libere da interessi personali e odio. Mi sono impegnato per realizzare questa scultura di grandi dimensioni che avesse un solo messaggio: quello della Pace, della Fratellanza. Questo, ho avuto la fortuna di viverlo personalmente sulla mia pelle. Quando a causa della bufera di pioggia e vento rischiavo di perdere tutto il lavoro fatto, è arrivato in soccorso in mio soccorso l’amico scrittore Marco Riccomini, che nonostante avesse da correggere in fretta le bozze finali del suo libro “Squilibri”; ha mollato tutto ed è corso a darmi una mano. Questo è l’abbraccio che io auspico, la fratellanza che sogno, l’aiuto e il rispetto che vorrei fra le persone. Non ho avuto interesse a inserire motivazioni, giudizi nell’opera, perchè spesso essi generano malintesi e incomprensioni. Ed questi lo sappiamo bene, sono la madre e il padre dell’odio. I conflitti armati di natura sociale sono come un cane che si morde la coda, generano violenza che genera altra violenza fino a formare un ciclone distruttivo che trascina tutti verso di se. No, io volevo evitare tutto ciò, non volevo contribuire a questo. Io voglio, se mi si passa l’imperativo, parlare della Parola di D*o e della Sua voglia di Pace. Per questo motivo, ho semplicemente dipinto le parole ebraiche, arabe e latine di Pace, Fratellanza, Preghiera sullo Ziqquratu, per ricordare che il mondo ha bisogno di una riduzione totale, dei conflitti armati, delle guerre economiche, delle violenze sociali.

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