• Gio. Nov 21st, 2024
cantilene domestiche popolari ferdinando de pellegrini

Buonasera / Buongiorno a Tutti,
lasciate che vi ringrazi, perchè anche ieri sera, una mia opera all’asta, ha suscitato interesse. A me, piace molto intavolare conversazioni sull’Arte e sul suo stato, con collezionisti e amanti della cultura in genere. Su questo argomento dovrò farci un articolo apposito, poichè in settimana durante una bella discussione è venuto fuori un importante spunto di riflessione. Nel frattempo invece, sabato sera, parlavo con un collezionista e li stavo facendo presente che son sempre più contento della mia scelta di abbandonare i social (escluso Twitter) e tutte le polemiche a loro legate, poichè ho trovato un bel punto di equilibrio nella mia quotidianità fatta di Radio, Arte, Libri, Natura. Oltretutto, non ho visto questo “calo di interesse” verso il mio lavoro che alcuni “colleghi” mi avevano predetto. Anzi, noto con piacere che il blog viaggia a buon ritmo di letture, e le visualizzazioni sui miei Tweet, nei miei primi 16 giorni di Gennaio sono sulle 110.000 unità. Infine, facevo presente che non mi ritrovo molto in questo modo di fare Arte, Musica, Letteratura, che spesso è proprio del mondo odierno. Tutto è troppo veloce per me, tutto mi sembra fatto per un consumo “usa e getta”, anche la pittura o la scultura, che per loro natura dovrebbero essere custodi di un qualcosa da tramandare alle generazioni future. Qui mi fermo e metto subito le mani avanti. So che questa è una società (come lo è sempre stata) in continua evoluzione e che questo mutamento è una fase perenne del genere umano. So, che noi critichiamo le mode odierne, nello stesso modo in cui venivamo criticati noi o nostri genitori dai nostri nonni. Lo so, infatti, ognuno ha il diritto di fare quello che vuole con la sua vita e con la suo essere artista. Dico solo, che questo modo di comunicare, non fa per me. Chiusa questa parentesi, parlavo con un collezionista e chiudevo la telefonata dicendo che io preferisco essere molto meno famoso oggi di altri, ma realizzare opere che siano portatrici di un messaggio (sempre, se sono capace di riuscirci).

La mattina dopo, come al solito, parto per uno dei miei mercatini in cerca di libri. Un mio vecchi amico / collezionista / Maestro, mi diceva sempre che non bisogna dannarsi a cercare i libri, tanto loro troveranno te. Ed ecco infatti, che vedo spuntare da una mensola appoggiata su un banco un po’ alla meno peggio, una fila di volumi. Uno cattura la mia attenzione e lo compro subito. Si tratta delle “Cantilene domestiche popolari di Ferdinando de Pellegrini” stampato nel 1860, in proprio. L’anno in cui questo volume viene stampato è un anno molto importante: è l’anno precedente all’unificazione del Regno d’Italia, dove poi successivamente fu esteso in tutta la penisola la validità dell’editto sulla stampa del 1848 che garantiva ad ogni individuo la libertà di espressione e aboliva la censura preventiva. Per chi volesse approfondire, l’enciclopedia Treccani ne traccia un bellissimo racconto: L’Unificazione.

cantilene domestiche popolari ferdinando de pellegrini
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Quindi, De Pellegrini si trova a stampare con la censura che variava da zona a zona e in uno momento di tensione sociale. Dai documenti presenti nel libro, sembra che il poeta venga in contatto con gli scritti poetici di Domenico Buffa prima e Prospero Carlevaris poi (entrambi scrittori, giornalisti, poeti). Buffa in particolar modo sembra fosse inventore di questa particolare nuova poesia popolare, che mirava ad non voler far dimenticare al popolo le due “Madri del Bene“: Religione e Morale. in uno dei documenti riportati nel libro (che è un articolo di presentazione di questo libro su un altro giornale dell’epoca), sembra che le madri del nascente Regno d’Italia, lamentassero il fatto di non avere libri o poesie “giuste” da raccontare ai propri figli. Lo stesso De Pellegrini parla delle Madri come un “Sacerdozio domestico“, cioè coloro che hanno la possibilità e forse anche il dovere di crescere figli con “anime buone e grandi“. Anche in questo caso, devo necessariamente mettere le mani avanti. So, da alcune conversazioni con un professore che la stampa pre-1861 (e necessariamente prima del 1848) doveva passare la censura, e spesso i libri erano autoprodotti. Quando in un suo scritto nel proemio, dice:

Noi abbiamo bisogno d’una generazione, che oltre a crescere bella e fiorente, abbia in ogni suo atto a meta la religione e la morale, che sia nobile per sentire, generosa nelle azioni, schifa dell’ozio, modesta nelle parole, temperata nei piaceri.

mi viene da pensare: “Eh… è dura l’avventura…“. Infine, c’è da aggiungere che anche oggi è prassi stamparsi da se i libri, qualora non si riesca a trovare un editore disposto a farlo.

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Appurato tutto questo, il libro in questione mi (ci) regala una bella perla culturale. Ferdinando De Pellegrini, incontra questo nuovo genere di poesia popolare inventato da Domenico Buffa. Ne rimane colpito e ne carpisce il suo grande valore morale. Scrive diversi componimenti e a quanto sembra dalla documentazione presente nel volume, vengono spesso pubblicati su giornali. Ma l’autore probabilmente sente che non è abbastanza. Pur di non perdere tutte le cantilene scritte negli anni, decide di tirar i soldi di tasca propria e stampare una raccolta tutta sua. 160 anni dopo, un bischero (come si dice dalle mie parti), passa in un mercatino, si innamora di quel gesto estremo di voler tramandare qualcosa alle generazioni future, e si mette qui a scriverne un articolo…

Proprio il gesto mi ha colpito. Dal proemio si evince che Ferdinando De Pellegrini è un autore convinto della sua missione, ma non nell’aspetto presuntuoso del termine. Leggendo le sue parole sembra un po’ pieno di se, ma in realtà, certi scritti fanno pensare veramente che egli si senta in dovere di divulgare queste poesie volte “ad ingentilire i cuori“. Un gesto da cui traspare un voler fare Arte per amore, per desiderio di lasciare un messaggio di auto alle generazioni future, un’Arte come piace a me e che guarda caso incontro poche ore dopo aver espresso il mio rammarico per un fare arte nel contemporaneo dal gusto “usa e getta”.

Finisco il restauro approssimativo delle pagine piegate e slegate: scopro che il volume è pure autografato…

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japan-flagNroomから度々展示に参加しているイタリア人作家Filippo Biagioliが、新作漫画を届けてくれました。日本語版のタイトルは「退屈」です。  
日々の生活に何かが足りないと感じる時、何だか新しい事をしてみたい時、ちょっとだけ背中を押してくれる・・かも(たぶん?)
詳しくは以下をどうぞ。読んでみたい方はご一報ください。通常のFilippo作品も掲載中です。  
http://nroom-artspace.com/Filippo.html

GRAZIE MILLE.

A presto

Filippo